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IX Congresso federazione "Castelli-Litoranea-Colleferro", Lanuvio 2013, manifesto


IX Congresso federazione "Castelli-Litoranea-Colleferro", Lanuvio 2013, Introduzione

Lanuvio 29 Novembre – 1 dicembre 2013
Relazione introduttiva
Marco Bizzoni

Apriamo questo nostro Congresso esprimendo tutta la nostra solidarietà ai cittadini e cittadine Sardi e Calabresi che in questi giorni stanno lottando per cercare di ritornare ad una normalità di vita, in molti casi dopo aver perso le proprie cose, a volte il lavoro, ed in taluni tragici casi anche gli affetti.
Così è diventata l'Italia, un luogo dove si può morire perchè si è in casa propria mentre piove.
Un Paese dove la grande stampa nazionale di fronte a due tragedie sceglie di informare su quella di più tragica spettacolarità. Dove l'informazione rapidamente si conclude nello scaricabarile polemico delle responsabilità. Dove nessuno è quindi responsabile.
Ma noi sappiamo chi sono i responsabili.
Sono gli stessi che hanno praticato e consentito l'avvelenamento della terra in Campania.
Gli stessi che disdettano i contratti nazionali dei lavoratori.
Gli stessi che in questi anni ci hanno predicato che chi non si arricchiva era per sua incapacità.
Gli stessi che oggi ci dicono che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità e che quindi adesso bisogna pagare pegno con l'austerità.
Noi sappiamo chi sono i responsabili, essi sono coloro che ritengono la ricerca del massimo profitto l'orizzonte ultimo dell'uomo.
Essi sono coloro che vogliono far credere che capitalismo e globalizzazione siano eventi naturali, proprio come quei temporali che hanno devastato Calabria e Sardegna

Ma un temporale per quanto potente è solo acqua e l'acqua scorre se le è lasciato libertà di farlo, altrimenti diventa una forza incontrollata che schianta, travolge, distrugge ciò che la ostacola così come è avvenuto a causa delle speculazioni edilizie, dell'avidità di chi realizza infrastrutture, dell'incuria nella messa in sicurezza del territorio causata dalle politiche di restrizione di bilancio degli enti locali portate avanti in questi anni.
Sempre più il capitalismo mostra il suo volto predatorio e distruttivo e in tal modo conferma le previsioni di Marx, “Socialismo o barbarie”. O la classe operaia riuscirà a sconfiggere il capitalismo o si troverà coinvolta nella comune rovina della devastazione della terra.
Ogni qualvoltà accadono tragedie di questa portata qualcuno parla di fatalità, qualcuno della forza catastrofica della natura, noi diciamo che quegli eventi sono causati dalla volontà di profitto del capitale che consuma territorio senza curarsi della precarietà idrogeologica che si lascia alle spalle.
Per questo riteniamo che sia fondamentale sottrarre le risorse naturali ad ogni possibile tentativo di riduzione a merci e ci battiamo e continuiamo a batterci affinchè i beni comuni ed i servizi essenziali non siano soggetti a processi di privatizzazione.
Vogliamo inoltre evidenziare che alcuni beni comuni, come i processi di conoscenza, sono elementi essenziali per la democrazia. La cultura deve essere un patrimonio universale che deve essere garantito a tutti attraverso un diritto all'istruzione obbligatoria per tutti, istruzione gratuita, pubblica, di massa e non selettiva.

L'opinione pubblica ritiene, oggi, che la politica sia lo strumento con cui i politici si fanno gli affari propri. In questa ottica i partiti servono solo a praticare l'esclusiva autoaffermazione di potenza personale di qualcuno. Tuttavia l'opinione pubblica si divede in quattro grandi raggruppamenti i tifosi del mito berlusconide, i tifosi del mito della sinistra al governo, i tifosi dello sfascio tutto il sistema politico ma non cambia mai niente, Quelli che non vedono più nella politica il senso di riscatto delle masse popolari che essa contiene e quindi rinunciano sempre più a contare, decidere votare.
Dobbiamo ricostruire una proposta politica per il futuro. Dobbiamo ridare allo strumento partito il senso ed il significato che assegna ad esso la costituzione cioè di essere strumento per l'attuazione del principio democratico e della sovranità popolare.
Mentre oggi non solo essi sono sempre più comitati elettorali e di potere ma determinano la vita del paese all'interno di un'unico orizzonte senza prospettive alternative. Cosa differenzia il governo PD - NuovoCentrodestra da quello dal precedente PD – PdL, da quello che ci ha portati alle elezioni, PD- Pdl- Udc, dai precedenti governi Berlusconi. Soltanto la declinazione del modo di rispettare le politiche di austerità che questa europa neoliberista impone.
Noi, per dirla con le parole di Berlingur, "Pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza.
I trattati europei sono divenuti lo strumento politico della realizzazione dell'ideologia neoliberista. Riteniamo che sia necessario abbattere il carattere a-democratico con cui l'Europa si è strutturata e procedere ad una sua rifondazione. Per far questo crediamo che sia immediatamente necessario costruire una politica di opposizione all'applicazione dei trattati Europei, una politica che tuteli coloro a cui oggi, concretamente, vengono fatte pagare le politiche monetariste dell'Unione europea, i Lavoratori.

Tutte le forze politiche presenti nel Parlamento Italiano parlano dell'importanza del lavoro.
Ma, nel frattempo, mentre ne parlano sui giornali, in televisione, ed in ogni luogo, migliaia di lavoratori vengono espulsi dal mercato del lavoro e devono ricorrere alla cassa integrazione, centinaia di piccole imprese sono costrette a chiudere la propria attività perchè per rispettare i dettami dell'europa l'amministrazione pubblica nel suo complesso paga i suoi debiti con mesi di ritardo. La disoccupazione giovanile è tornata ai livelli degli anni 70 e il reddito di due lavoratori non riesce più ad avere il potere di acquisto che negli anni settanta avevano le famiglie monoreddito.
Noi non siamo equidistanti tra le ragioni dell'impresa e quelli della classe operaia e dei lavoratori.
Per noi, centralità del lavoro, non solo significa essere schierati dalla parte dei lavoratori e volersi assumere il compito della loro rappresentanza politica, ma anche attivarci concretamente per realizzare politiche in grado di portare il nostro Paese e quindi i lavoratori fuori dalla crisi.
É questo il motivo per cui abbiamo presentato un piano nazionale per il lavoro chiedendo che è le risorse economiche dell'Italia siano usate per realizzare almeno un milione e mezzo di posti di lavoro, investendo in politiche industriali che riqualifichino le produzioni e le rendino ecologicamente sostenibili. Investendo nel risparmio energetico, nella messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e sismico, nella produzione agricola di qualità. Politiche del lavoro che assicurino il diritto alla salute, riducendo le liste di attesa, che assicurino il diritto all'istruzione dalla scuola dell'infanzia all'università. Politiche che abbiano il segno della riduzione dell'orario di lavoro ed della cancellazione della controriforma Fornero delle pensioni.
Senza riconsegnare reddito e capacità di spesa ai lavoratori non vi potrà essere nessuna ripresa ma solo un avvitarsi permanente della crisi su se stessa.
Per poter evitare quest'epilogo che, come la storia insegna, potrebbe avere conclusione attraverso un'uscita da destra con la ricerca dell'uomo forte e dell'azzeramento democratico.
Non è un caso che oggi assistiamo sempre più ad un costante proliferare di gruppi e gruppetti che, pur richiamandosi al fascismo, vengono tollerati e a cui si gararantisce l'agibilità politica.
Per contrastare questi processi Crediamo che sia necessario sviluppare il massimo del nostro intervento, nel rendere visibile che le politiche di austerità sono politiche di crisi, e che esse non sono ineluttabili ma solo l'espressione di una scelta politica che può essere cambiata e rovesciata.
chi è il partito?” “tu e io e voi: noi tutti”.
Bertold Brecht
Negli anni '90 il sistema politico italiano ha cercato nuove strade per cercare di uscire da quella crisi della politica di cui si era iniziato a dover fare i conti sin dalla fine degli anni 70, che fu denunciata da Berlinguer con la “questione morale” e che vide il suo epilogo con tangentopoli.
Il discredito morale causato da quell'evento travolse un sistema politico e spinto l'opinione pubblica ad accogliere l'idea di sottoporre la rappresentanza a criteri come il maggioritario ed il bipolarismo all'insegna di un progetto politico che vedeva nella governabilità un valore assoluto.
Fummo allora profeti quando prevedemmo che tutto ciò avrebbe portato alla realizzazione di una casta di professionisti il cui orizzonte politico generale sarebbe stato limitato al proprio successo personale e che i partiti sarebbero divenuti delle strutture composte da potentati e regolati da accordi di potere. Già allora la pezza era peggiore del buco.
Tuttavia la reazione dei cittadini è stata quella di essere orientati in una scelta fortemente antisistema come quella del movimento cinque stelle che da una parte propaganda sfaceli e rivoluzioni ma ad oggi sostanzialmente con le sue scelte ha oggettivamente svolto un ruolo di stabilizzazione del sistema ed in taluni casi di vera e propria stampella suo malgrado. Tuttavia nel corso dell'ultima campagna elettorale siamo stati colpevoli di non essere in grado di farci percepire come alternativa possibile e ciò ha portato alla cancellazione della sinistra anticapitalista dal Parlamento.
A partire da questo fatto e dalla constatazione della trasformazione del PD che ormai è possibile leggere come espressione della sinistra dell'ideologia neoliberista.
Riteniamo necessario lavorare alla realizzazione di una sinistra in grado di poter rappresentare il movimento operaio e dei lavoratori, una sinistra non subalterna al centrosinistra ma con una forte autonomia ideologica, politica e programmatica oltre che di pratica sociale.
Una sinistra che non si pone nella logica dell'alternanza dei governi ma lavora per realizzare l'alternativa all'attuale sistema sociale.
Tutto ciò sembra indicare che oggi, come ieri, di nuovo uno spettro si aggiri per l'Europa.
Proprio per esorcizzare tale spettro la stampa borghese evita, con particolare impegno, di informare la pubblica opinione italiana sui successi elettorali che la sinistra, quella vera, coglie in Europa .
Tale impegno è secondo solo a quello profuso per evitare che i cittadini, i lavoratori, l'opinione pubblica possano sapere che in Italia esiste un partito, Rifondazione Comunista, che dice cose di sinistra e che, malgrado le sconfitte, si sta riorganizzando per poter contare e per far si che il domani sia diverso.

IX Congresso federazione "Castelli, Colleferro, Litoranea", Lanuvio 2013, Documento

 Documento Politico Approvato

Inizia un nuovo corso per il nostro partito, per la nostra federazione. Con dispiacere prendiamo atto della defezione, a pochi giorni dal congresso, di alcuni membri della segreteria uscente, attuata a nostro avviso con tempistiche e modalità non consone a ciò che ci si aspetta in un partito comunista.
Non ci preme in questo documento sottolineare per l’ennesima volta le difficoltà oggettive che riguardano il partito a livello nazionale di cui ogni giorno discutiamo.
Intendiamo, quindi, con questo documento, indicare da una parte una linea politica che possa rendere più incisiva l’azione del PRC sui territori, e dall’altra delineare i punti programmatici da realizzare attraverso un piano di lavoro politico e sociale che veda impegnato tutto il corpo militante del partito. È per questo che dobbiamo porci degli obbiettivi effettivamente realizzabili e che possano tanto far crescere la nostra proposta politica nella società, quanto rafforzare la nostra organizzazione.
A tal proposito sentiamo l’esigenza di lanciare proposte politiche ed operative che indichino un reale percorso da seguire:
-per rispondere alla crisi territoriale del partito (nella nostra federazione visibile con la scomparsa di alcuni circoli) intendiamo intraprendere ciò che da molti anni proclamiamo ma non realizziamo: la costituzione di zone operative (montagna, castelli, litoranea) in cui i circoli possano coordinarsi rispetto alle attività peculiari di ogni territorio;
-rendere i circoli luoghi aperti ed effettivamente funzionanti come strutture a carattere non solo politico ma soprattutto sociale e culturale, in cui realizzare attività aperte ai cittadini sul modello di quelle che erano le Case del Popolo;
-promuovere una nostra azione organica nei movimenti, in cui i militanti del PRC, impegnandosi in prima persona, riescano ad esprimere appieno le nostre proposte politiche. Affermare poi la pratica secondo la quale, i compagni e le compagne che si impegnano nei movimenti debbano esserne responsabili nel partito relazionando sulla propria attività;
-realizzare iniziative di formazione storico-politica tesa a formare un corpo di militanti che abbia, grazie a una solida cultura marxista, la capacità di analizzare le contraddizioni sociali ed economiche di questa società capitalista. Di fondamentale importanza è poi formare le compagne ed i compagni su ciò che riguarda gli enti locali e le questioni amministrative. Organizzare altresì seminari di formazione su ambiente, lavoro e sanità, di modo che i militanti che si trovano ad affrontare le diverse vertenze territoriali, abbiano strumenti e competenze adeguate ad intervenire come si deve;
-elaborare e proporre un piano programmatico degli enti locali riguardante attività e settori della vita politica, sociale ed economica dei territori. Realizzare linee comune per tutti i circoli della federazione che si apprestano ad andare alle elezioni comunali;
-impegnare il partito tutto ad avviare un confronto con i cittadini stranieri che vivono nel nostro teritorio sulle politiche riguardanti la multientinicità della società in tutti i suoi aspetti, compreso quello dell’avviamento di un percorso che abbia come scopo l’auspicato diritto di voto a livello amministrativo, regionale e nazionale;
-lanciare e riscoprire le pratiche mutualistiche storiche del movimento operaio (come le casse di resistenza, i gruppi di acquisto, ecc.) per promuovere e sviluppare una solidarietà di classe nel mondo della crisi e per rendere il PRC uno strumento utile nella società.
Vogliamo con queste proposte valorizzare il lavoro fatto finora, migliorarlo, arricchirlo, potenziarlo. Per questo si rende necessaria una discontinuità con le pratiche e coi metodi che hanno portato a momenti di fratture e tensione perpetratisi nella nostra federazione per troppo tempo rendendo a volte più debole la stessa azione del PRC in questo territorio. Intendiamo quindi superare le divisioni in “gruppi” ed impegnarci a costruire un UNICO GRUPPO, unito, che si confronti sulle proposte politiche e che quando esce dalle riunioni abbia una linea politica e di azione comune. 
approvato all'unanimità.